Übersetzen – eine Herausforderungen

In Vorbereitung auf unseren Übersetzungsworkshop haben wir Dr. Paola Barbon zu den Herausforderungen beim Übersetzen befragt.

Quale difficoltà incontra chi traduce i sottotitoli, che invece non incontra chi traduce altri formati?

Ovviamente, deve affrontare e risolvere il problema del tempo: deve dare a chi sta seguendo un’azione e immagini in movimento, sia al cinema che a teatro, la possibilità di leggere al tempo stesso la trascrizione dei dialoghi, riuscendo a fare attenzione ad entrambe le cose. A volte traducendo è necessario sintetizzare, o comunque trovare una soluzione che sia adeguata alla brevità del tempo che incalza e all’esiguità dello spazio concesso; a volte bisogna anche scegliere, quando ci si trova di fronte ad una sovrapposizione di voci che all’ascolto sappiamo ben districare, ma che per iscritto si diluisce forzatamente in una sequenza. E poi chi traduce sottotitoli ha quasi sempre a che fare con il parlato, quindi con una lingua dalle caratteristiche particolari, anche di sospensione ed eventuale incompletezza, tanto per dirne una.

Si riconosce la mano del traduttore? Se sì, da cosa?

Dalla sua invisibilità: il bravo traduttore non dà più disturbo del necessario, anche chi capisce e segue la lingua del filmato o dello spettacolo credo che non si debba trovare in tentazione di distrarsi e soffermarsi sulla traduzione proposta perché gli offre soluzioni desuete, devianti o in qualche modo problematiche.

Qual è il cambiamento più radicale che hai notato nel lavoro del traduttore negli ultimi 10 anni?

Forse l’uso, che mi sembra negli ultimi anni sempre più diffuso, di inflessioni regionali o proprio dei dialetti, che costringe alla ricerca di registri linguistici diversi nella lingua d’arrivo, per rispettare lo scarto dalla norma senza cadere in una corrispondenza impossibile e fasulla.

Quali sono i traduttori che ammiri di più? I tuoi modelli? O quelli che bisogna assolutamente conoscere?

I traduttori che maggiormente ammiro sono quelli che affrontano la poesia: non perché possano costituire modelli immediati per il lavoro sui sottotitoli, ma perché devono riflettere su locuzioni inedite, cogliere sfumature, allusioni e citazioni, trovare scorciatoie, interpretare il non detto, rispettare suono e metrica, insomma mettere in gioco tutto quello che di creativo va aggiunto alla pura e semplice competenza linguistico-culturale e correttezza professionale. Ma è davvero tutta un’altra storia…

Ab dem 12.9. geht es los mit dem Übersetzen von Untertiteln. Man kann sich noch anmelden

Die Veranstaltung ist Teil der VDIG Sprachoffensive-oli

in Kooperation mit: